Attraverso il contratto di comodato d’uso gratuito, il comodatario ha sull’immobile un diritto personale di godimento, non diventando però il legittimo proprietario. Può sfruttare l’immobile in modo gratuito per la durata accordata tra le parti. Non è possibile concedere l’oggetto a terzi, salvo consenso del comodante.
La residenza come ospite non prevede, per legge, nessun limite di durata. Cosa comporta dare la residenza a una persona? Il cambio di residenza per ospitalità ha delle conseguenze a livello fiscale, per esempio sull’importo della TARI da sostenere, che sarà maggiore.
Il comodato d’uso gratuito di un immobile è un contratto in base al quale una persona – detta “comodante” – mette un immobile a disposizione di un’altra persona – detta “comodatario” – per un certo periodo di tempo, senza che quest’ultimo debba pagare alcun canone di affitto.
È un contratto essenzialmente gratuito, che può essere redatto in forma verbale o scritta. Il comodato di un bene immobile va registrato entro 30 giorni dalla data dell’atto, se in forma scritta. Se invece il contratto è verbale, occorre registrarlo solo se viene enunciato in un altro atto sottoposto a registrazione.
In particolare, l’art. 1, comma 747 della legge 160/2019 stabilisce che la base imponibile dell’ IMU è ridotta del 50 %, per le abitazioni concesse in concesse in comodato d’uso ai parenti in linea retta.