Part-time: accredito per il diritto a pensione di periodi non lavorati. Il servizio consente di richiedere il riconoscimento del part-time in tempo pieno ai fini del raggiungimento dei requisiti di anzianità lavorativa. Tale servizio è rivolto ai lavoratori che svolgano attività a tempo parziale verticale o ciclico.
Come viene considerato il part time ai fini pensionistici?
La risposta è no, lavorare a un orario ridotto non significa perdere automaticamente il diritto all’assegno pensionistico. In particolare, nel settore privato i periodi lavorati a tempo parziale (che sia orizzontale, verticale o ciclico) valgono quanto quelli maturati da un lavoratore full time.
Quanto si prende di pensione con 20 anni di contributi part time?
Questo significa che la pensione riconosciuta sarà pari al 40% della retribuzione media degli ultimi anni. Con una media retributiva di 40.000 euro l’anno, la pensione lorda sarà pari a circa 16.000 euro l’anno.
Quanto si perde con il part time?
Quanto si perde in busta paga
A causa dell’orario a tempo parziale, la busta paga del lavoratore sarà un po’ più leggera, parliamo di un 65-75%. Una persona che avrebbe guadagnato 1000 euro lavorando full time, riceverà circa 750 euro passando a un part time al 50%.
Quante ore settimanali bisogna fare per avere i contributi pieni?
Ipotizzando, ad esempio, un orario ordinario di 40 ore settimanali su 6 giorni, si deve calcolare il minimale orario in questo modo: 48,98 x 6 /40. Il risultato, pari a 7,35 euro, corrisponde al minimale orario che il datore deve rispettare per il calcolo dei contributi.