Cosa succede se un lavoratore supera i 180 giorni di malattia?

Ad esempio, per il CCNL Commercio e Terziario, viene previsto un periodo di 180 giorni, in un anno solare. Se, quindi, le assenze del lavoratore superano il periodo di comporto previsto, può scattare il licenziamento che, però, non sarà disciplinare, ma per giustificato motivo oggettivo.

Cosa succede se si superano 6 mesi di malattia?

Se il dipendente supera il periodo di comporto, il datore di lavoro lo può licenziare.

Chi paga la malattia dopo 6 mesi?

Dopo i 6 mesi la malattia non viene più pagata, né dall’Inps né tantomeno dal datore di lavoro. Anzi, qualora la malattia dovesse protrarsi per molto tempo, questo potrebbe persino recedere unilateralmente il contratto, disponendo il licenziamento per malattia.

Quando si azzerano i 180 giorni di malattia?

Il periodo di comporto si azzera ogni anno. In altre parole, a cominciare dal nuovo anno solare (cioè, dal primo gennaio), i giorni di malattia a disposizione del dipendente tornano a essere 180 (salva diversa previsione del contratto, come vedremo a breve).

Chi mi paga dopo 180 giorni di malattia?

La risposta. Pensi davvero che l’assenza prolungata dal lavoro a causa di una malattia non abbia nessuna conseguenza? Non è proprio così. Devi sapere che la malattia viene presa a carico dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale entro un limite di 180 giorni, corrispondenti a sei mesi.

Come funziona la malattia? Quanto si viene pagati e cosa deve fare un lavoratore?

Chi paga dopo i 180 giorni di malattia?

Per capire come viene retribuito il dipendente bisogna chiedersi “chi paga i primi 3 giorni di malattia e i successivi?” Nei primi 3 giorni di malattia l'indennità è corrisposta dal datore di lavoro, in seguito, dal 4° al 120° giorno il danaro arriva dall'INPS.

Quando non viene più pagata la malattia?

In molti casi, quindi, terminati i 180 giorni di copertura dell'Inps, la malattia non viene più retribuita.

Quando si azzerano i 180 giorni di malattia?

Al 1° gennaio di ogni anno, quindi, si azzera tutto e il lavoratore avrà a disposizione nuovamente 180 giorni di assenza indennizzabili, e così via.

Come si contano i 180 giorni di malattia INPS?

Quindi bisogna considerare dal 15 maggio 2019 al 14 maggio 2020: durante quest'anno, quante assenze ha fatto il dipendente? Una volta individuate le assenze fatte durante questi 365 giorni, si sommano a quelle dell'ultima malattia e si vede se hanno superato i 180 giorni.

Quando si superano i 180 giorni di malattia?

Il lavoratore che supera, nell'anno solare, 180 giorni di malattia, anche con più periodi, non ha più· diritto, per lo stesso anno, all'indennità.

Quanti mesi di malattia paga l'Inps?

L'indennità di malattia è dovuta per un periodo massimo di 180 giorni complessivi all'interno dell'anno solare, cioè 6 mesi.

Quanti mesi di malattia consecutivi si possono fare?

È quasi sempre la contrattazione collettiva a stabilire la durata del periodo di comporto; la legge lo fa soltanto per gli impiegati, fissandola a 3 mesi se l'anzianità di servizio è inferiore a 10 anni, e a 6 mesi se invece tale anzianità è superiore a 10 anni.

Quanto può durare la malattia prima di essere licenziati?

Il periodo di comporto non è mai fisso. È nella maggior parte dei casi di 180 giorni, ma può variare in base allo specifico CCNL di riferimento in base al settore o alla posizione del lavoratore.

Quanto può durare al massimo la malattia Inps?

Per i lavoratori con contratto a tempo indeterminato il trattamento economico di malattia viene erogato per un periodo massimo di giorni 180 complessivi in un anno solare.

Quando si azzerano i giorni di malattia?

Il periodo si comporto si azzera ogni 1° gennaio ; nell'ipotesi di comporto secco, invece, il limite massimo di giorni di malattia va calcolato con riferimento al singolo evento morboso.

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